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NOTA BIOGRAFICA

Mario Caizzone è nato a Barcellona Pozzo di Gotto il 19 maggio 1958.

Nel 1981, dopo la laurea in Economia e Commercio, lasciò la Sicilia trasferendosi a Milano con lo scopo di sviluppare ulteriormente le proprie opportunità di lavoro. Iniziò, infatti, la sua attività di commercialista e in pochi anni si affermò professionalmente con l’avvio di un proprio ufficio di consulenza e gestione societaria. Fra i vari clienti del commercialista Caizzone vi era la Cimo Sim Spa, società partecipata da diverse banche. Fu, inoltre, amministratore delegato della Sirio Fiduciaria Spa e sindaco in altre società.

Alla fine degli anni ’80 Caizzone conobbe l’Avv. Giovanni Quadri con il quale instaurò un rapporto di collaborazione professionale.

A seguito dell’assistenza professionale prestata al Dott. Roberto Pastori, socio della società Salvit Spa (società di costruzione e di prefabbricati), in occasione della vendita della sua partecipazione al Gruppo Imprenori con sede operativa in Abbiategrasso, incontrò per la prima volta i soci del Gruppo, Nosotti e Rivolta - già clienti dello Studio Quadri -. Successivamente, la società Salvit Spa, che all’epoca dell’acquisizione era una società con bilanci in attivo e con una buona reputazione, entrò a far parte del Gruppo Imprenori.

Caizzone non ricoprì mai alcun incarico nella Salvit (mentre, inspiegabilmente, sui verbali della Guardia di Finanza, poi ripresi dal PM, erroneamente venne indicato quale sindaco effettivo della società).

Dopo l’acquisizione della Salvit Spa, su sollecitazione dello Studio Quadri, Caizzone prestò delle consulenze in ambito societario per alcune società del Gruppo Imprenori (All. 1). In tale periodo, ricoprì la carica di amministratore nelle seguenti società: Cristallo Srl, Vismara Srl e Tredil Srl. La Cristallo Srl era proprietaria di un consistente cespite immobiliare (terreni) a San Donato Milanese e Ronco di Poasco; la Vismara Srl era proprietaria di un terreno in Abbiategrasso (ex proprietà Somaini); la Tredil Srl era proprietaria di un immobile in via Lorenteggio.

In quel periodo, il Gruppo Imprenori veniva seguito ed organizzato professionalmente e di fatto dallo Studio Quadri, dallo Studio della Rag.ra Rosaria Stancampiano (in Abbiategrasso), dallo Studio del Dott. Aldo Sosio e da altri studi che seguivano altre attività del Gruppo Imprenori ed, a quel tempo, a Caizzone non note (cooperative, costruzioni, ecc). L’Avv. Quadri, la Rag.ra Stancampiano ed il Dott. Sosio ricoprivano la carica di sindaci nelle società del Gruppo, mentre la parte amministrativa e fiscale veniva seguita dai predetti, nonché dal Rag. Pirovano, dalla Rag.ra Daniela Nosotti e dalla Rag.ra Marinella Cipollone, tutti interni alla struttura dell’azienda. Successivamente, nel 1992, si aggiunse, alla citata compagine professionale, anche il Rag. Giuseppe Cappanera (vedi All. 2 interrogatorio del Rag. Giuseppe Cappanera e della Rag.ra Marinella Cipollone nel processo all’Avv. Giovanni Quadri nel quale la Rag.ra Cipollone affermava falsamente che Caizzone fosse sindaco dell’Imprenori – All. 2.bis).

A febbraio 1993 il Gruppo Imprenori venne sottoposto ad una verifica della Guardia di Finanza, condotta dal Comando di Magenta; ma, poiché alcune società del Gruppo avevano sede a Milano, Bologna e Bergamo, intervennero nella verifica anche altri comandi. Da subito, Nosotti e Rivolta incaricarono Caizzone di seguire i rapporti con la Guardia di Finanza nell’ambito della verifica (in quanto Caizzone non ricopriva nessuna carica né nell’Imprenori né nella Salvit) e, nello stesso tempo, incaricarono il Rag. Pirovano, responsabile amministrativo insieme alla Rag.ra Stancampiano, di firmare i rapporti giornalieri. Nei primi giorni dell’attività di controllo, i militari della Guardia di Finanza si proposero con una richiesta di denaro per, a loro dire, “addomesticare la verifica”. Caizzone informò della richiesta tutti i responsabili della società ma la concussione non si concretizzò. Infatti, nonostante Caizzone consigliò, fin da subito, di denunciare i finanzieri, i responsabili del Gruppo Imprenori dissentirono dall’indicazione probabilmente perché non ritennero “conveniente”, sulla scorta di loro riserve, procedere con la denuncia. Caizzone si trovò isolato di fronte alla polizia tributaria che, a quel punto, instaurò con lo stesso uno spregiudicato comportamento vessatorio.

A dicembre 1993 fallirono le società Salvit Spa ed Imprenori Spa; venne nominato, quale Giudice Delegato, la Dott.ssa Alida Paluchowski. Per la Salvit venne nominato Curatore la Dott.ssa Carmen Gocini (poi arrestata per altre vicende processuali e quindi sostituita da altro Curatore; mentre l’inchiesta venne condotta dalla Dott.ssa Giulia Perrotti, già Giudice Delegato in servizio nella Sezione Fallimentare del Tribunale di Milano) e per la Imprenori il Dott. Giuseppe Ugo. A seguire, fallirono anche le altre società del Gruppo (vedi All. 11 - esposto alla sezione fallimentare del Tribunale di Milano).

Il 22 aprile 1994 i soci Nosotti e Rivolta vennero arrestati, mentre Caizzone, l’Avv. Quadri e altri vennero posti agli arresti domiciliari.

Da subito, durante l’interrogatorio, Caizzone cercò di spiegare sia al PM, Dott. Galileo Proietto, che al GIP, Dott. Maurizio Gianesini, il tentativo di concussione intrapreso dai militari della GdF ma entrambi gli organi inquirenti non mostrarono interesse alcuno ed, infatti, non procedettero a redigere il relativo verbale.

Nel 1995 Caizzone presentò formale denuncia - raccolta dal Comando dei Carabinieri di Milano - nei confronti dei militari della GdF, nei confronti del PM Dott. Galileo Proietto e del GIP Dott. Maurizio Gianesini.

La denuncia nei confronti della GdF venne archiviata dal PM Dott. Paolo Ielo, mentre Caizzone venne perseguito d’ufficio per calunnia e rinviato a giudizio. In questo giudizio il Dott. Paolo Ielo intervenne come PM, nonostante Caizzone l’avesse denunciato per le inerzie nella citata indagine contro i finanzieri presso la Procura della Repubblica di Brescia.

In data 27 novembre 2001, Caizzone venne assolto in primo grado per il processo per calunnia nei confronti dei finanzieri (All. 3) - in tale procedimento, nella fase inquisitoria condotta dal PM Paolo Ielo, la Guardia di Finanza venne incaricata per l’indagine nonostante alcuni elementi dello stesso Corpo fossero stati denunciati per concussione. In data 5 aprile 2007, nonostante l’appello del PM, la Corte rigettò l’impugnazione e confermò l’assoluzione di primo grado, che divenne definitiva (All. 4).

La denuncia nei confronti dei magistrati presso il Tribunale di Brescia venne archiviata nonostante il PM Dott.ssa Maria Paola Borio non abbia mai sentito Caizzone; invece, quest’ultimo veniva iscritto d’ufficio indagato ancora per calunnia. Il processo si concluse il 4 novembre 1999 con l’assoluzione di Caizzone (All. 5).

Nel 1996, nel procedimento Imprenori, il PM Dott. Galileo Proietto venne sostituito dalla Dott.ssa Giulia Perrotti.

Nel febbraio 1998, durante il primo interrogatorio di garanzia, di fronte alla Dott.ssa Perrotti e alla presenza degli stessi finanzieri denunciati, Caizzone riuscì a fare prendere atto agli inquirenti di non essere stato sindaco della Salvit Spa (società particolarmente coinvolta nell’ipotesi di reato – fatture e cambiali false – come Caizzone evidenziò durante lo svolgimento del processo).

Il 23 dicembre 1998, Caizzone rinunciò all’udienza preliminare e chiese il giudizio immediato nell’ambito del processo Imprenori (All. 6), mentre gli altri cercarono di prendere tempo o di definire il procedimento con il patteggiamento. Alcuni vi riuscirono, altri no. In particolare, l’Avv. Giovanni Quadri riuscì a patteggiare la pena che, successivamente, venne annullata dalla Cassazione e, di conseguenza, egli ebbe ad affrontare separato processo di merito che si concluse in primo grado con la sua condanna a 4 anni di reclusione, per quegli stessi reati che gli furono inizialmente contestati in concorso con il Caizzone.

La richiesta di risarcimento danni da parte della procedura:

  • per Caizzone fu abbandonata;
  • per gli altri imputati venne definita con un risarcimento.

Nel 2005 venne definito il giudizio di primo grado del Gruppo Imprenori che condannò Caizzone quale sindaco (nonostante dalla visura presso la Camera di Commercio di Milano (All. 10), non risulti che Caizzone abbia mai ricoperto alcun incarico nella società Imprenori Spa), ad anni tre, per i reati contestati, e ad anni cinque, i soci Nosotti Felice e Rivolta Piergiorgio.

Il 5 aprile 2007 la Corte d’Appello confermò l’assoluzione nel giudizio per calunnia (denuncia contro Finanzieri).

Caizzone cercò, in tutti i modi, di collaborare con il Dott. Giuseppe Ugo, Curatore dei vari fallimenti, dichiarandosi disponibile anche a formale interrogatorio, nell’intento sia di chiarire la sua posizione personale che di tutelare l’interesse della massa dei creditori, potendo fornire indicazioni sull’esistenza dei beni in modo da scongiurare possibili distrazioni degli stessi.

Nonostante l’insistenza, il Curatore, sia verbalmente che per iscritto, si rifiutò sempre di sentire Caizzone (All. 9) ma, durante il processo, confermò di non avere mai sentito Caizzone, come se ciò fosse ricollegabile ad indisponibilità dello stesso (vedi esposto alla sezione fallimentare del Tribunale di Milano – All. 11).

In varie occasioni Caizzone aveva evidenziato sia ai PM che ai Giudici della Fallimentare eventuali comportamenti di “mala gestio” avallati dalla Curatela, con l’eventuale collaborazione diretta dei soci dell’Imprenori, Nosotti e Rivolta, con la collaborazione del Rag. Giuseppe Cappanera e della Rag.ra Marinella Cipollone, nell’ambito dei fallimenti del Gruppo Imprenori. Risulta singolare, infatti, che il Curatore affidò la gestione della procedura alla società Cis Spa, gestita, guarda caso, dagli stessi soggetti sopra indicati, mentre, successivamente, la predetta società venne dichiarata fallita e la Curatela affidata sempre allo stesso Dott. Giuseppe Ugo.

Con i predetti soggetti, in merito alla sottrazione dei beni – prima, durante e dopo i  fallimenti -, hanno probabilmente collaborato gli imprenditori Giancarlo Sterza (Sogef Spa), Giampietro Rognoni, Mario Beltrame, Pietro Oldini, l’Avv. Giovanni Quadri e l’Avv. Carlo Postizzi (protagonista e compartecipe nell’affare Antigua), anche attraverso fiduciarie (vedi All. 14 – lista soggetti coinvolti nel fallimento Imprenori).

Il 30 settembre 2009 Caizzone fece istanza alla Corte d’Appello di Milano di prosecuzione del procedimento e fissazione dell’udienza nell’ambito del processo “Gruppo Imprenori” (All. 7).

Il 2 dicembre 2010 Caizzone dichiarò di rinunciare alla prescrizione consolidatasi nel processo “Gruppo Imprenori” (All. 8) chiedendo di essere giudicato nel merito nonostante l’avvenuta prescrizione di tutti i reati. A seguito di tale rinuncia venne fissata l’udienza di prosecuzione del giudizio per il 18 marzo 2011 che confermò la condanna di primo grado respingendo le richieste di Caizzone di acquisire gli atti che dimostravano che, all’epoca dei fatti, non ricopriva le cariche che gli venivano attribuite.

Fa ricorso per Cassazione e dalla Cassazione di nuovo rinvio alla Corte d’Appello, solo il 28 marzo 2014 Caizzone è riuscito (dopo 21 anni) a riavere il certificato penale immacolato (All. 15), ma il mistero rimane.



SINTESI DELLA VICENDA PROCESSUALE DI CAIZZONE

  • 05/02/1993 Inizio dell’inchiesta
  • 22/04/1994 Arresti domiciliari
  • 23/12/1998 Rinuncia all’udienza preliminare (G.I.P.) con richiesta di giudizio immediato
  • 04/11/1999 Assoluzione dall’imputazione per calunnia contro i magistrati
  • 22/02/2000 Rinvio a giudizio reati Fall. Imprenori
  • 27/11/2001 Assoluzione dall’imputazione per calunnia contro i finanzieri (1° grado)
  • 17/02/2005 Condanna in primo grado ad anni tre di reclusione
  • 05/04/2007 Assoluzione dall’imputazione per calunnia contro i finanzieri (2° grado)
  • 17/11/2009 Esposto al Presidente della Sezione Fallimentare del Tribunale di Milano sulla gestione del Fallimento Gruppo Imprenori (senza esito alcuno)
  • 29/04/2010 Altro esposto al Presidente della Sezione Fallimentare del Tribunale di Milano sulla gestione del Fallimento Gruppo Imprenori (senza esito alcuno)
  • 02/12/2010 Rinuncia alla prescrizione del reato contestato nell’ambito del Fall. Imprenori, nella fase processuale d’Appello avverso la sentenza di condanna di 1° grado
  • 21/02/2011 Richiesta di chiarimenti al Presidente della Sezione Fallimentare sugli esiti degli esposti (non accolta)
  • 18/03/2011 Conferma della sentenza di 1° grado da parte della Corte d’Appello di Milano
  • 28/03/2014 Fa ricorso per Cassazione e dalla Cassazione di nuovo rinvio alla Corte d’Appello, solo il 28 marzo 2014 Caizzone è riuscito (dopo 21 anni) a riavere il certificato penale immacolato, ma il mistero rimane.

Per saperne di più:

Un altro caso di malagiustizia al Tribunale Fallimentare di Milano –
http://www.aivm.it/un-altro-caso-di-malagiustizia-al-tribunale-fallimentare-di-milano/

Perché è nata AIVM - http://www.aivm.it/perche-aivm/

http://www.aivm.it/contro-la-malagiustizia/






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